DEDICATO AGLI ARTISTI

“L’Arte strumento iniziatico con il quale attingere ad un livello superiore di conoscenza”

L’atto di creare un elaborato artistico è una espressione di amore orientata alla creazione stessa ed a quel sé che opera sulla creazione”, dare il meglio, senza aspettative, così da poter agire nel mondo senza lasciarsi imprigionare dai risultati, il più alto valore per l’artista è l’atto in se ed è intrinseco all’esperienza stessa, perché permette di capire dagli errori ed evolvere. L’Arte diviene così lo strumento privilegiato per sperimentare l’esistenza, potendosi confrontare con la complessità, la contraddizione e l’assurdo, non considerandoli comunque ostacoli, ma fonti di energia creativa, trovando la propria libertà e significato in ogni gesto, ogni giorno ed in ogni esperienza. Il senso della vita non lo si percepisce nel raggiungimento del risultato ma nel percorso, nelle esperienze e nell’esplorazione fino all’estremo limite dell’immaginazione, in pace perché nella consapevolezza dei limiti.

“La Sorgente ed il vuoto, un ciclo creativo perenne di cui l’uomo è parte integrante”.

Il senso di infondatezza del mondo, percepito nell’attuale dimensione esistenziale ed il chiassoso chiacchiericcio che ingombra la mente dell’uomo in questa contemporaneità, si traduce in vissuto caotico ed in impossibilità di spegnere il persistente rumore che tormenta la psiche. Una condizione che inevitabilmente dà luogo a stati permanenti di ansia e paura, stati d’animo che di fatto limitano fortemente la possibilità di vedere e di ascoltare fuori dal caos, di uscire da quella gabbia che imprigiona il se più profondo e autentico e gli impedisce di connettersi con quella energia vitale che purtroppo nella quasi totalità dei casi si consuma nell’inseguire chimere abilmente suggerite o in pensieri ossessivi che si inseguono inarrestabili nella mente.

“Se vuoi essere un devoto della verità allora indaga” Friedrich Nietzsche

Lasciarsi alle spalle le dinamiche di un rassicurante conformismo sociale per abbracciare l’incertezza ed il privilegio di possedere se stessi, accettando il confronto con la propria sofferenza, consapevoli di dover affrontare isolamento, sacrifici e paure, per sviluppare poi quella autentica forza interiore indispensabile per confrontarsi con i propri desideri e le proprie motivazioni più profonde. Mettere a fuoco una propria visione del mondo libera dai vincoli della società, per contribuire con una prospettiva unica, alla creazione, “un’Arte in sintonia con la propria natura” contestualizzando infine il dolore per scoprire la bellezza anche negli eventi tragici, una passione che non solo dona attimi di intensa felicità, ma permette di vivere in maniera più autentica e significativa: un esempio di libertà, che diviene sigillo della liberazione.“Se solo si riuscisse ad avere il coraggio di far pausa e porsi all’ascolto del silenzio” allora forse sarebbe possibile riuscire a percepire i sussurri del cuore, la voce autentica di quel se superiore a cui affidare il ruolo di stella che ci guida nelle scelte della nostra esistenza. In quel silenzio consapevole la mente è calma, silenziosa e straordinariamente vigile, “un puro centro di coscienza”, dove si cela tutto ciò che è: (inconscio –Dna), a diversi livelli di consapevolezza sarà possibile sintonizzare l’ascolto di quel sapere e focalizzare la propria essenza ed unicità, trascendendo i limiti della realtà immanente,(disarmonie e conflittualità frutto della contrapposizione e non soluzione del duale) per approdare infine a quella armonia ed equilibrio degli opposti, dove coscienza ed inconscio si fondono, e “la creazione Artistica può cristallizzarsi, trascendendo le stratificazioni culturali dell’artista”.

“Essere del mondo”, il Daisein al centro della filosofia di Heidegger è l’essere cosciente-progettante in un campo aperto di possibilità nel presente e nel futuro.
La realtà fisica che l'uomo vive è il riflesso del suo modo di pensare: la mente si nutre di ciò su cui pone attenzione, si permea delle esperienze e delle emozioni che ne conseguono, attivando ormoni nel corpo e nel cervello, sono questi che forgiano e danno forma al fisico ed al mentale, una energia che agisce indipendentemente dal fatto di esserne consapevoli o meno.
Una realtà che dovrebbe quindi potersi manifestare nella focalizzazione della propria coscienza, come espressione più alta della propria essenza, un pensare ed una manifestazione di vitalità svincolata da schemi sociali e culturali fortemente limitanti, che di fatto possono essere così condizionanti da modellarne l’intera esperienza nella dimensione terrena.
Diviene necessario quindi dare significato e senso alle esperienze dell’esistenza, in presenza di un se consapevole, un io profondo e autentico che utilizza diligentemente l’energia vitale, indirizzando eventi e conoscenze, creando quindi le condizioni per la trasmutazione dell’energia vitale in impressioni mnemoniche, ogni cellula del corpo si nutre di quel sapere che potrà esplicitarsi in attitudine comportamentale e governo sul se.”
Un io finalmente sganciato da quella mente così irrimediabilmente legata ad identità culturali astratte, forme di condivisione collettiva ed entità energetico- informatiche che di fatto regolano le scelte di coloro che nel migliore dei casi hanno partecipato a potenziarle: ”forme pensiero, energie psichiche autonome talmente potenti da materializzarsi sul piano fisico e che di fatto assumono caratteristiche proprie della realtà fisica”.
Tali egregore condizionano e danno forma a conoscenza e sapere, inducono bisogni, desideri, stati emotivi e intendimenti, riuscendo perfino ad influenzare espressioni creative ed artistiche.
Non si può concepire una qual si forma di elaborato artistico se questo è il risultato di sola conversazione con un mentale condizionato, (il mentale ci dissocia troppo spesso dai sentimenti, che sono la nostra essenza) e neppure ci si potrà dedicare alla sola ricerca ossessiva di emozioni, perché questo di fatto risulta tradursi in sterile esercizio di distrazione, da contrapporre all’insoddisfazione che si genera quando si decide, quasi sempre inconsciamente, di accettare l’oscuramento della nostra parte animica.
Il percorso di avvicinamento alla creazione artistica si palesa nella dimensione del sentire, nell’apertura alla vita ed alla Bellezza che ci circonda, nella accoglienza del vuoto: in quel silenzio creativo-consapevole può divampare una sensazione viscerale, un sapere convinto di essere nel giusto, senza conoscerne il perché e senza neppure la contezza del percorso.

“Il silenzio immanente alle cose, il non detto che incorporano” Plotino.

In quel silenzio, che diviene vuoto, (dimensione di completa separazione dal caos dei pensieri che si rincorrono ossessivi nella mente), diventa possibile percepire il bisbiglio del sapere più alto ed il fiorire delle doti assopite.

“La mente non è un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere” Plutarco.

Nel silenzio consapevole la mente è calma e silenziosa, straordinariamente vigile e capace di percepire le cose per ciò che sono, (la retta visione del Buddha) in questa condizione diviene possibile percepire che la propria coscienza individuale è parte indivisa di quella Coscienza che coordina il manifesto, una Coscienza unica che regola ogni aspetto dell’universo, una energia ed intelligenza cosmica che si frammenta in infinite realtà per poter sentire, pensare ed agire raccogliendo esperienze infinite.
Quel manufatto che diviene opera d’Arte si manifesta nel Se, nell’unità e totalità della personalità, nell’incontro della parte animica con la componente inconscia, in luoghi dove la percezione è principalmente un “sentire del cuore, ed il sapere una conoscenza interna”, una consapevolezza che diviene elevazione coscienziale attraverso l’elaborazione e la rappresentazione. Uno spazio di autorealizzazione ed ampliamento della consapevolezza che si esplicita appunto nella fusione dell’essere coscienziale con la dimensione dell’inconscio, un percorso di esplorazione che inizia nei conflitti e nelle disarmonie che sono naturale conseguenza della contrapposizione degli opposti e si conclude con una risoluzione che si concretizza proprio nella fusione di questi: “generando pace, armonia ed integrazione della propria natura intima con i propri bisogni ed aspirazioni, manifestandosi sia nella propria essenza ed autenticità che nell’ espressione dei talenti, ”l’Opus Magnum, la piena realizzazione di se stesso…
“Nel cuore di ogni essere umano c’è un vuoto che ha la forma di Dio” Blaise Pascal, all’interno di quel vuoto, di quel non conosciuto, in quello spazio del dubbio, soltanto il divino che lo ha generato sarà capace di entrare e farlo partecipe della coscienza del tutto, di quella realtà immanente che non può essere raccontata con parole, che si può soltanto tentare di rendere manifesta per frammenti, (lampi di percezione estetica di tipo metaforico ed immagini mentali di natura simbolica). Questo diviene lo spazio privilegiato di rivelazione dell’Arte, uno spazio da dover condividere, disponendo energia sacra e spirituale in una modalità comunicativa che si dipana utilizzando vie non captabili dalla consapevolezza ordinaria.
L’esperienza creativa per l’artista è una sorta di proiezione della propria condizione, un atto che trasmuta in pezzi di coscienza le proprie esperienze e che ne diventi consapevole o meno, tale atto lo rende co-creatore della realtà e responsabile della messa in forma del manifesto, perché la dimensione materiale altro non è che precipitazione e cristallizzazione del piano psichico umano. Fare Arte quindi diviene un atto di responsabilità verso se stessi e la realtà a cui siamo legati.
Se davvero “la spiritualità salverà il mondo,” diventa allora Imprescindibile per gli artisti porre la propria attenzione sul Bello, perché solo nutrendosi di Bellezza ed elevando così le proprie vibrazioni potranno produrne ancora, “Bellezza da condividere arricchendo così le coscienze dell’umanità tutta, del pianeta che ci ospita e dell’intero universo”. Solo in presenza di una sana consapevolezza e nella percezione della forza creatrice insita nell’espressione dell’amore sarà possibile produrre Arte, dando forma a quell’alchimia che è collegamento a piani di coscienza (frequenze neuronali elevate dove l’ispirazione elaborata dalla mente diviene genio), dove l’atto diviene magia che trascende le tante bruttezze prodotte dall’uomo, nell’elaborazione di visioni che il tempo e la condivisione possono rendere manifeste nella realtà materiale.
Il percorso artistico maturato tenendo nella giusta considerazione quanto descritto in precedenza, conduce inevitabilmente allo “spazio del giusto,” una apertura del cuore ed una espansione del sentire che diviene sentire con, “compassione”, un dispiegarsi della realtà in visioni ed interpretazioni che sono dell’Arte e che ad essa danno senso e valore, diviene dunque indispensabile lasciarsi dietro la zavorra di quell’io psicologico, così come lo conosciamo, impantanato nel propri punti di vista limitati: una confort zone costruita su false certezze e schemi sociali condizionanti.
E’ innegabile che per l’umanità tutta la dimensione terrena si manifesti in una generalizzata condizione di sofferenza, per alcuni sicuramente più dolorosa che per altri, ma in realtà nessuno può davvero considerarsene sollevato e nascendo se ne fà già esperienza, uno stato di sofferenza con il quale si sarà costretti a convivere durante tutta l’esistenza: “un dolore che necessita di essere elaborato utilizzando intelligentemente la sua energia come impulso e motivazione a fare, una condizione fortemente motivata dalla necessità di migliorare la propria condizione.”
Creando siamo allineati alla creazione, la assecondiamo e diamo senso al nostro vissuto, trovandone anche profonda soddisfazione, perché così possiamo finalmente organizzare l’esistenza, intervallando momenti produttivi a stati di piacevole meditazione contemplativa di quel Bello di cui è intriso l’intero pianeta.
Nutrirsi di tanta Bellezza per poterne produrre di nuova, per se e per chi si ama, forse è proprio questo il senso ultimo dell’esistenza terrena e l’Arte in tutte le sue modalità può contribuire in maniera determinante a darle senso e forma, attraverso le molteplici espressioni che la caratterizzano, contribuendo di fatto alla costruzione di un luogo migliore da vivere.
L’ uomo é ponte, è il tramite, l’atto della creazione che può manifestare la sua essenza creativa nel grande gioco della creazione, vincendo gravità, densità materiale, sofferenza e quella paura che permea ogni istante dell’esistenza, ma è proprio attraverso queste esperienze, che acquisisce consapevolezza divenendo capace di dare senso e valore al suo opposto “l’Amore”. Solo attraversando l’inferno possiamo apprezzare il suo contrario e le motivazioni che lo rendono irrinunciabile: “innamorarsi dell’Amore” per utilizzare a piene mani la sua energia generativa-vitale-positiva per creare Bellezza in tutto ciò che ci circonda.
In questa prospettiva l’artista incarna un ruolo primario, un moderno Ulisse, ricercatore di luoghi e linguaggi ancora non esplorati, delineando mappe percettive, che materializzandosi nella dimensione di Bellezza- Amore andranno a incrementare e valorizzare il bagaglio esperienziale ed evolutivo dell’umanità tutta.
L’ artista diviene l’intermediario privilegiato che si pone tra scienza e società. Un artista visionario e costruttore capace di influenzare la società contribuendo in tal modo a sovvertire i modelli culturali esistenti, una facoltà da esercitare in maniera responsabile ed etica, operandosi per rendere questo mondo un luogo migliore da vivere. Un'arte visionaria e utopica che si configura in una impalcatura capace di sostenere una rivelazione profetica così da esercitare un’influenza ampia e illuminante per i moti interiori del cuore, quel sentire interiore positivo, capace di specchiarsi nel tessuto sociale condizionando la realtà tutta.
Un’arte che promuova la capacità di sentire, attraverso la dimensione fisica legata al proprio corpo: sensazioni, emozioni ma anche utilizzando le sottili vie che conducono all’essenza immateriale, in una condizione di “Consapevolezza e Amore”, perché soltanto utilizzando queste spinte energetiche si può sperare di interrompere quel legame che lega l’uomo come catena alla densità terrena, ed a tutte le limitazioni che ne conseguono.
Le discipline scientifiche e filosofiche hanno avviato negli ultimi anni un processo di revisione epistemologico a cui anche l’arte non potrà sottrarsi. In questo contesto la figura dell’artista va ridisegnata, rimodellando il suo approccio: “un artista partecipante attivo, che costantemente si confronta con altri professionisti, in un contesto multidisciplinare,” per la riedificazione di un nuovo paradigma culturale dove arte, scienza, tecnologia e spiritualità concorrano al modellamento di una nuova realtà esperienziale, a fondamento di una estetica fortemente identitaria, sostenibile, rispettosa del pianeta che ci ospita e di forte rilevanza etica.
“Soltanto un uomo libero ha la possibilità di costruire il proprio modello di benessere-bellezza-amore,” e ciò diviene possibile esperienziando sin da giovanissimo meraviglia e splendore, abituandosi a frequentare spazi intrisi di bellezza, crescendo nella consapevolezza che il ben-essere e l’amore sono valori e doti morali ed intellettuali irrinunciabili, affinché si possano creare le condizioni per una esistenza gioiosa e serena.
Il nostro punto di vista olistico (in contrapposizione al concetto utilitaristico che contraddistingue la contemporaneità) prende in considerazione le diverse componenti che vanno a determinare gli aspetti qualitativi del vivere e riteniamo che tra le l’attività umane, le esperienze creative artistiche più di altre possono contribuire al ben-essere complessivo della persona. Ben-essere e qualità di vita che si esplicitano durante tutto il percorso dal concepimento sino al momento in cui si materializza un’opera (per le motivazioni già esposte), sarà così fondamentale dedicarsi alla realizzazione di spazi e luoghi esperienziali, dove poter indirizzare l’attenzione dell’umanità verso stili di vita improntati alla cura di se e di ciò che ci circonda.

“Mens agitat molem” la mente muove la materia, (Eneide di Virgilio).

Un pensiero focalizzato ad un intento che coinvolge tutto il corpo a livello sensoriale é generatore di emozioni e queste conferiscono all’opera un forte stato vibratorio, irradiante colore e forma.
Nella condivisione, in gruppi artistici animati da intenzioni e scopi comuni, le energie-pensiero dilagano per contagio, si sommano, moltiplicando in modalità esponenziale la loro efficacia, trasformandosi di fatto in “egregori”, e sono queste, che in qualche modo, coordinano e determinano il realizzarsi di intenzioni e scopi comuni, analogamente a quanto descritto da Sheldrake per il campo morfogenetico o per l’inconscio collettivo di Jung.
La contemplazione di ciò che viene percepito come bello, può suscitare emozioni positive, come armonia, piacere e veri e propri stati alterati di coscienza, ovvero momenti di profonda autoesplorazione ed amplificazione della coscienza, così come sottolineato anche dalla psicologia transpersonale contemporanea, che utilizza tali rituali a scopo terapeutico; tali condizioni di benessere e appagamento estetico, sono risultate estremamente utili anche nella soluzione di stati mal-sani di basse frequenze, troppo spesso condizionanti in maniera decisiva sulla qualità dell’ esistenza.
La condivisione di qual si voglia forma di Bellezza può rafforzare la coesione sociale e l’identità culturale, così come canoni estetici comuni possono contribuire a creare un senso di appartenenza e di comunanza, oltre che focalizzare forme pensiero propositive che possono dar forma anche a modelli relazionali improntati a benessere e amore.

“La vita abbatte e schiaccia l’anima, ma l’arte ti ricorda che ne hai una” (Stella Adler)

L’installazione artistica é l’attimo della rappresentazione che nello svelarsi illumina lo spazio di veritá, di possibilitá, di bellezza universale, in una delle infinite forme possibili.

'L’arte é natura spirituale, é principio' l’atto che in ogni istante promuove il rinnovamento, un bisogno dello spirito umano che abbraccia il mondo conscio e quello inconscio; ma anche un monito a non arrendersi all’indifferenza, all’ombra che cela veritá e bellezza, in ultimo un un sublime atto di libertá.

Gli artisti in passato grazie al solo utilizzo delle immagini riuscivano ad evocare nell’umanitá tutta la sacralitá del reale nelle esperienze importanti della nostra vita e della nostra storia personale, facendoci osservare il mondo e noi stessi con uno sguardo piú consapevole e distaccato.

Nella visione Proustiana “La Madelaine” é evocazione di memorie risuonanti in forma poetica con il proprio vissuto, ed è lo stesso processo creativo che si manifesta in qualsiasi altra forma di espressione artistica. La possibilità di dare espressione a tutte le forme di arte contemporaneamente coinvolgendo sinergicamente tutti i sensi, ci hanno portato ad immaginare uno spazio della manifestazione che da corpo e va oltre l’intuizione di Wagner: ”le arti tutte insieme rappresentano e comunicano di piú e meglio di quanto possano fare singolarmente”, la rottura di tali confini, apre dimensioni e possibilitá espressive e rappresentative alla portata di tutti gli esseri umani, per quanto sono e saranno capaci di realizzare.

Un nuovo agorá “il luogo della rappresentazione”, la contemporanea messa in scena di tutte le arti, il coinvolgimento di tutti i sensi, una percezione multidimensionale dell’opera mai realizzata prima, una comunicazione finalmente coinvolgente e profonda tra artista e spettatore, perché ora l’immaginario dell’artista puó davvero fondersi con l’immaginario del fruitore dell’opera. Immersi in un mondo di sensazioni, di emozioni ed interazioni con lo spazio, la possibilitá di vivere esperienze uniche, qualcosa che fino a poco tempo fa era decisamente impensabile, “Uno spazio senza confini”, chiave di accesso a tutte le arti in qualsiasi modalità, indipendentemente dal luogo e dal tempo, connette a eventi, performance, musei, mostre pubbliche e private, mette in contatto diretto artisti e pubblico, permettendo esperienze di interattività e reale sensazione di presenza anche in collegamenti tra continenti diversi.

Uno spazio di manifestazione pensato per gli artisti, una straordinaria esperienza per i fruitori, finalmente attivi e partecipi dell’opera stessa, un pezzo di vita che emerge dall’immaginario e diviene realtà. “Arte totale” che finalmente può accogliere in se tutto il potenziale espressivo che da sempre è prerogativa del teatro: la rappresentazione delle problematiche esistenziali e dei sentimenti dell’animo umano per scavare infine negli abissi della complessità, alla ricerca del significato più profondo dell’esistenza, potendo comunque attingere alla possibilità di godere del sapore della realtà, o immaginare forme di felicità possibili.

Uno spazio a disposizione di chiunque abbia desiderio di confrontarsi con il proprio mondo interiore, indispensabile ancor piú in questo momento dove il bombardamento mediatico di immagini e suoni, nelle svariate forme e modalitá che ben conosciamo, sembra programmato allo scopo di non lasciare alcun spazio al mondo interiore del fantastico e del creativo, ostruttivo per poter attingere a qualsiasi attivitá immagino-creativa.

“La chiave che apre le porte dell’esistenza sta in ciò che ci metti, non in ciò che senti, siamo creatori non soltanto osservatori.”

Non stupisce quindi il disagio psicologico che caratterizza i nostri tempi, e l’evidente necessità di uscire dalla dimensione di schiacciamento che ne consegue, per ritrovare il contatto con la propria interiorità, utilizzando proprio l’immaginario, nella forma artistica che ne é strumento sublime. “Arte per conoscere e sviluppare i propri talenti” ma soprattutto per dare forma, colore e materia a ció che proviamo; un viaggio nell’ignoto tra sogni , desideri e proiezioni esistenziali sepolte nell’inconscio; durante l’attivitá creativa li evochiamo, li trasliamo nello spazio e contestualmente ci apriamo alle emozioni ed al cambiamento interiore che ne consegue, perché “tutto ciò che davvero indispensabile a rimodellare la propria esistenza è già dentro di se”.

L’utilizzo di “SENSE lo spazio dove l’immaginazione diviene realtà”, frutto di anni di ricerche scientifiche e sofisticate applicazioni tecnologiche, permette all’artista di dare corpo, (attraverso l’uso di grammatiche diverse e a volte contrapposte, coinvolgendo emozioni e ragione) ad un significato, ponendo così l’opera l’arte sul piú alto gradino dell’esperienza umana. La possibilità di dare forma a tutte le espressioni di arte nello stesso spazio e contestualmente, produce di fatto una realtà parallela controllabile e misurabile, uno spazio dove manifestare la vita che si desidera e le straordinarie proprie inconosciute potenzialità.

Per lo psicanalista James Hillman “La psiche é immaginario” e l’espressione artistica diventa approccio terapeutico: l’utilizzo di SENSE a tale scopo diviene indispensabile, così lo spazio si modella in infinite modalità espressive, sensorialità ed emotività muovono inconscio e fantasia, aprendo l’ascolto delle reazioni del proprio corpo e dei cambiamenti che si susseguono e tutto ciò diviene possibile per una caratteristica della mente riconosciuta scientificamente: la psiche non percepisce differenza tra realtá oggettiva e immaginativa, l’evocazione quindi diviene una realtà non distinguibile dal mondo reale. Creando le giuste evocazioni nella mente é possibile quindi grazie all’utilizzo di SENSE entrare in comunicazione con il proprio inconscio, che da Freud, fino alla psicologia energetica é riconosciuto come il piú condizionante e per certi versi limitante motore dell’esistenza: “SENSE è la magia che crea attorno a noi la realtá in cui vorremmo vivere”, non da spettatori passivi, ma dall’interno, immersi nella densitá dei 5 sensi per esplorare l’oltre, immersi in in uno spazio denso di percezioni per la vista, l’udito, l’olfatto, il tatto ed il gusto. La possibilità di specchiarsi in tali coinvolgenti esperienze toccando le corde piú profonde dell’animo, un viaggio che può trasformarsi in un tortuoso e tormentato percorso, così come può condurci verso possibili momenti di esaltante sospensione, una sorta di estraniazione mistica dal corpo: “la percezione della bellezza in tutta la sua forza e potenza”, perché l’arte coinvolge ed esplora le nostre strutture neurologiche primordiali e può renderci entusiasti di esperire su noi stessi potenzialitá e talenti.

“Lo stato mentale di una persona è il suo ambiente”

La mente dunque interpreta l’ambiente, se controllo l’ambiente, se attraverso questo conduco i miei pensieri e le mie percezioni avrò la possibilità di condurre la mia esistenza sui binari che più mi sono congeniali, cambieró allora i segnali che arrivano alle cellule e ne regoleró le funzioni. “Pensieri tonificanti producono sostanze chimiche tonificanti, pensieri tossici producono sostanze chimiche tossiche” Lipton. Come dimostrato anche nella teoria del genoma ondulatorio in cui l’apparato genetico é considerato un bio-computer quantistico, che utilizza le strutture verbali del DNA, del RNA e delle proteine, per la gestione dell’intero organismo, affermando il primato dell’attivitá energetico-informazionale, sulla biochimica. Peter Piotr Gariaev scopritore del cosiddetto “effetto fantasma del DNA” ha dimostrato che la sostanza viva del DNA nel tessuto vivo, reagisce ai raggi laser modulati dal linguaggio, ma anche dalle onde radio, questo spiega anche perché affermazioni, (soprattutto se partecipate in un contesto di forte coinvolgimento emotivo, o negli stati ipnotici o altre attivitá simili) possano avere un effetto tanto potente sugli esseri umani, SENSE diviene dunque un indispensabile strumento per plasmare lo spazio e rendere possibile le trasformazioni personali più profonde, così come la propria evoluzione personale e non solo, perchè attraverso la condivisione tra artista e fruitore si può generare quella trans emotiva per cui le due entità percepiscono di non essere poi così distinte e tendono invece a connettersi su obbiettivi ed intenti comuni.

“Il bello é lo splendore del vero” Platone.

Veritá come valore ultimo, segreto ed inconoscibile, che si identifica con il divino. “Ricerca di bellezza e del vero, é ricerca del sacro”. L’opera d’arte o piú semplicemente la messa in forma della scintilla divina che dimora in noi umani, unica così come ogni esistenza dovrebbe essere, “un puro percorso creativo governato dal desiderio di modellare la realtà con la sola espressione di volontá”, ponendosi in posizione oppositiva rispetto a schemi e condizionamenti sociali e culturali, un atto rivoluzionario che é essenza stessa dell’arte. Cercare la propria unicitá, assumendo il ruolo di architetto del proprio destino e della propria ricerca di felicitá, aprendosi di fatto alla possibilità di infettare positivamente la propria epoca e l’intero universo. L’artista potrebbe o meglio dovrebbe attingere a quell’iperuranio descritto da Platone “il mondo delle idee” raggiungibili solo dall’intelletto, attivando un vero e proprio contatto con la trascendenza. L’idea per Platone é una realtá universale, che muove il pensiero, divenendo poi forma e dunque chi più dell’arte stessa dovrebbe assumersi il ruolo e la responsabilità morale di esprimere idee trasmutandole in forma.

“L’universo é un pensiero di Dio” Einstein.

Il creato quindi é un pensiero del creatore.” E Dio creó l’uomo a sua immagine. A immagine di Dio lo creó” Genesi. Penso dunque creo, il pensiero dunque plasma e modella in forme la materia fisica. Tutto inizia con un pensiero o meglio dall’eidos, ovvero da un’idea che é forma, una creazione che scaturisce continuamente dai nostri pensieri, ed é per questo motivo che l’arte puó e deve ergersi a ruolo di propulsore di innovazione culturale, scientifica e tecnologica, per essere partecipe attivo dell’evoluzione dell’umanità. Un uomo geneticamente programmato per cogliere e proiettare forme, che proprio nella espressione artistica sperimenta la ricerca di se stesso e l’interpretazione del mondo che lo circonda.

Da sempre l’uomo ha cercato di lasciare la propria impronta e la propria unicitá nella creazionione di elaborati artistici, il tentativo di rappresentare una realtá alternativa a cui affidare un preciso scopo: un “telos”, un fine ultimo, che spinge le menti verso una veritá alta e nascosta, forse irraggiungibile, ma in qualche modo meta da perseguire. ”L’atto creativo é una sorta di alchimia”, un gesto sublime che fonde materia e spirito, perché é solo nell’esperienza temporale dell’esistenza materiale che é possibile immaginare, provare, sperimentare, modificare, analizzare, riprovare ancora ed infine attraverso le emozioni ordinare le forze nella materia. Un lungo processo in cui allineare, focalizzare, connettere e sintonizzare sono verbi e azioni che dispongono le entitá in poli attrattivi o ricettivi, nel gioco magico della manipolazione dell’energia.

Ed in tutto ció la bellezza che ruolo svolge? Una possibile risposta nelle parole del principe Miskin ne l’idiota di Dostoevskij “la bellezza salverá il mondo”, una espressione che non deve peró essere intesa come possibile cura per sedare spiriti inquieti e doloranti, ma piuttosto come un percorso senza sentieri verso un piú profondo livello di consapevolezza, ottenibile soltanto elevando di fatto il proprio spirito in una dimensione ideale, fuori dai vortici di una mente concitata e rumorosa, impegnata a districarsi nei paradossi dell’esistenza umana attuale, perchè rappresentare la bellezza é rappresentare in qualche modo “Un mondo ideale allineato alle regole universali”. Osservando da questo punto privilegiato resta davvero difficile confrontarsi con l’umana condizione odierna e gran parte delle espressioni artistiche attuali, eredi di una visione filosofica impregnata di pessimismo che si esprime in produzioni artistiche intrise di nichilismo manierista, quanto descritto in precedenza unito ad una affermata volontà di negazione culturale della morte come momento topico dell’esistenza non può che produrre nell’umanità tutta un vissuto di non senso e di infelicitá diffusa che di fatto definisce la necessità di cercare con tutti i mezzi lo stordimento o sprazzi di gioia consumista che si polverizzano nel momento stesso in cui si materializzano. L’arte nel mondo contemporaneo di fatto non fa che riflettere questa realtá, bloccata quasi sempre nei temi di questo tormentato presente, cassa di risonanza dei drammi, delle angosce, delle passioni distruttive e delle disarmonie, negli ambiti del sociale, della politica, e dell’ambiente.

Così l’arte si allontana di fatto dai canoni classici, creando un insanabile separazione tra arte e bellezza. L’espressione estetica diventa di fatto la risultante di un’interioritá tormentata, specchio di sentimenti e pensieri in ambito culturale, morale, sociale ed etico, riflesso e cassa di risonanza di una epoca di profonde contraddizioni. E perché non ripensare l’Arte così come nella affermazione di Helena Blavatsky “la bellezza antidoto al male del mondo espresso dal maligno, che mettendosi di traverso diviene ostacolo alla creazione del mondo come avrebbe dovuto essere”.

Un tema di riflessione di estremo interesse in questo momento storico in particolare, così come nelle parole di Stendhal “La bellezza non é altro che una promessa di felicitá”, l’arte può tornare ad essere rappresentazione del bello, espressione di una dimensione che travalica il quotidiano, e si apre a nuove visioni del se e del mondo che ci circonda. Bellezza motore rigenerativo e linguaggio universale, perché difronte a qualcosa di bello il cervello attiva meccanismi di riconoscimento, così come le nuove scoperte in ambito neuroestetico hanno evidenziato con chiarezza, Helaine Scarry insegnante di estetica ad Harvard sostiene che l’abitudine alla contemplazione della bellezza ci induce ad un atteggiamento socialmente piú aperto, piú equo, una maggiore simmetria tra il se e gli altri; collegando argomentazioni di carattere cognitivo percettivo ed etico.

Si potrebbe altresì sostenere che non ci si debba fidare della bellezza, il suo naturale collegamento con le utopie da Platone a Marx, insomma molteplici promesse di felicitá non mantenute dalla storia, piú il fine é allettante, nobile, bello, piú si sará spinti a pensare che qualsiasi mezzo sia adeguato a raggiungerlo. Eventi drammatici, tragedie e conflitti consegnateci dalla storia confuciano in parte questa tesi, anche se la cattiva esecuzione di un’opera di per se non é certo prova di una idea cattiva. Come considerare poi le relazioni complesse che uniscono la Bellezza alla Felicitá, espressione dell’ avere oppure dell’essere, necessitá individuale, o desiderio collettivo e quando l’assecondare la possibilitá di crescita personale sembra contraddire le esigenze di felicitá pubblica, ed ancora quando un desiderio collettivo legato a modelli culturali dominanti amplificati dalla influenza da quei media che a loro volta soggiaciono a poteri economici neppure così oscuri che intervengono a condizionare e limitare di fatto possibilitá e scelte personali.

“Soltanto un uomo felice puó cambiare l’economia” dall’European School of economics, c’é infatti una strettissima correlazione tra ormoni (messaggeri chimici che circolano nel sangue) e comportamenti, umore, pensieri, ed addirittura opinioni: la serotonina, l’ormone del buon umore, stimola la sintesi della melatonina e quindi un buon riposo favorisce benessere e gioia, l’ossitocina ormone della tenerezza collegato al controllo dell’ansia allenta la stretta di tensioni e preoccupazioni, aumentando empatia e fiducia nel prossimo, la dopamina invece ormone del piacere si attiva svolgendo attivitá piacevoli e gratificanti, ponendosi cioé obbiettivi e raggiungendoli.Ed é dunque lecito considerare ormai obsoleto l’accostamento reddito-felicitá, non soltanto perché le neuroscienze hanno ampliamente dimostrato quanto sia potente l’effetto assuefazione, ma soprattutto perché così, si entra in una confort-zone che induce passivitá consumistica, piuttosto che un ruolo piú attivo nella ricerca di una propria felicitá e del necessario confronto con il contesto sociale e le condizioni culturali-istituzionali, per non lasciarsi da queste travolgere e condizionare negativamente.

Le neuroscienze hanno dimostrato ancora che lasciare spazio ai pensieri ed attivitá immaginative favorisce, per esempio la ricchezza creativa, una maggiore flessibilitá cognitiva e grande capacitá di solve problems, considerando poi che nell’attuale sistema industriale le funzioni manuali che da sempre erano indiscussa prerogativa dell’uomo, vengono giá oggi svolte da macchinari robotizzati e il trend é in forte crescita ; di converso i super computer governati da intelligenza artificiale stanno sostituendo l’uomo anche in attivitá intellettuali, quindi oggi ancor più che in altre epoche avvicinarsi alle arti diventa una necessità, tutto ció che aiuterà ad generare buone idee non potrà che essere riconosciuto come il più elevato tra i valori dall’intera organizzazione sociale. Le neuroscienze suggeriscono che l’esercitarsi nelle attività artistiche é indispensabile per l’elaborazione di immagini nella mente e che ció avviene per ragionamenti di tipo abdutivo, deduttivo, induttivo o piú raramente con un ragionamento per assurdo, allo scopo di valutare quindi e rendere concrete soltanto le idee piú interessanti. La capacitá di connessione tra default mode network ed executive control network é il vero valore aggiunto di un’artista, così come dimostrato dalle piú recenti scoperte neuroscientifiche, attraverso l’analisi di mappature celebrali con tecniche di neuroimmaging e scansioni celebrali realizzate con le apparecchiature di risonanza piú innovative. In definitiva l’attivitá artistico-creativa altro non é che il rapporto tra visione-percezione, memoria-conoscenza, cultura-logica, interconnessioni tra il piano fisico e quello astrale sede delle forme pensiero in un continuo processo di osmosi energetica, uno scambio che in sostanza é finalizzato al compiersi di determinati eventi.

Nella quotidianitá la maggior parte delle forme pensiero nascono e muoiono in un breve tempo, causa la loro vaghezza e inconsistenza, ma un pensiero intenso che coinvolge tutto il corpo a livello sensoriale é generatore di emozioni e queste gli danno corpo, consistenza, vibrazione irradiante, colore e forma. Nella condivisione in gruppi artistici animati da intenzioni e scopi comuni le energie-pensiero dilagano per contagio si sommano, moltiplicando la loro efficacia trasformandosi di fatto in “egregori” e queste, in qualche modo, coordinano e determinano il loro realizzarsi, analogamente a quanto descritto da Sheldrake per il campo morfogenetico o per l’inconscio collettivo di Jung.

Condivisa quindi la forma pensiero sará sempre piú potente, in grado di condizionare intere comunitá, popoli, o addirittura l’intera umanitá, “Mens agitat molem” la mente muove la materia, così come nell’Eneide di Virgilio. Chi piú dell’arte ed oggi piú che mai con SENSE puó ergersi a divenire propulsore di innovazione, attraversando bellezza, amore, solidarietá, comprensione, visioni di luoghi e spazi di fratellanza e condivisione sostenendo forme pensiero generatrici di gioia e felicitá per se stessi e l’umanitá tutta, perché così come dimostrato anche da eminenti scienziati russi, le emozioni umane interferiscono anche con i campi elettromagnetici della terra, ed hanno addirittura un influsso diretto sull’attivitá del sole.

Cariche negative come paura o odio hanno un’incidenza immediata sullo stato del pianeta e di conseguenza la terra malata reagisce con violenza a tali pensieri negativi, generatrici di frequenze che influiscono sui modelli climatici ancor piú dell’inquinamento da residui industriali ed antropici; tutto é interconnesso e le cariche negative si riversano di conseguenza potentissime sugli esseri umani. Diventa dunque indispensabile fare l’esperienza artistica con approccio costruttivo egioioso per immettere nei processi intellettuali idee, metafore, repertori simbolici carichi di energia positiva e propositiva perché “ l’arte è linguaggio veicolare per eccellenza”, risorsa ludico formativa, spinta motivazionale per conoscere, sperimentare e sviluppare di conseguenza le competenze per una armonica crescita psicofisica. Educare all’arte, soprattutto nei piú giovani, equivale ad educare alla Bellezza, mediatore di comunicazione universale, attingendo alle enormi risorse all’interno di se stessi e costruendo di fatto una consapevolezza esperienziale in grado di promuovere anche l'espansione della coscienza. Strumenti tecnologici di espressione e comunicazione come SENSO, diventano oggi indispensabili non soltanto per lo straordinario potenziale di immersivitá neurosensoriale, per l’interattività e l’integrazione dell’AI, ma soprattutto per promuovere evocazioni emozionali, che di fatto producono sempre nuove competenze affettivo-relazionali, cognitive e psicomotorie.

Per gli antichi Veda ognuno é definito dai propri desideri piú profondi, (il desiderio porta ai pensieri, i pensieri alle parole ed alle azioni, le azioni alla soddisfazione del desiderio), un percorso senza sentieri verso il desiderio, verso un livello piú profondo di consapevolezza, che porterá al raggiungimento dell’obbiettivo definito.“Siamo ció che desideriamo sperimentare” offriamo al mondo ció che siamo disposti a provare, ricevere e accogliere di noi stessi, attraverso l’ascolto e la visione possiamo costruire “l’arte del vivere.” Un’esplorazione all’interno di se stessi, perché non sempre quello che si desidera coincide con ció di cui si ha veramente bisogno, la conseguenza: frustrazione e insoddisfazione; per questo motivo c’é bisogno che l’incontro con l’arte, come suggeriva John Dewey, sia soprattutto esperienziale, nella ricerca di una propria armonia, raggiungibile anche governando la propria volontá e la propria esistenza: essendo presenti, lucidi e focalizzati, coerenti con se stessi e le proprie possibilitá. Se ci si affida alla guida del se superiore non sussiste conflitto tra materia e consapevolezza e sono queste le condizioni per vivere con pienezza la propria natura e le dimensioni dell’esistenza tutta, utilizzando il proprio potenziale in equilibrio, liberi da condizionamenti culturali e sociali.

Questo é in definitiva il ruolo attivo che spetta di diritto alle arti che diventano sostegno e propulsore delle scienze, delle tecnologie, di temi e riflessioni culturali e filosofiche. Kant nella “critica della ragion pura” rappresenta pensiero e mondo come i due volti della stessa medaglia, attivando la stagione filosofica che da Schopenhauer a Gentile, sino ai filosofi postmoderni come Julia Kristeva, Deleuze, ed altri ancora ha fortemente associato il pensiero alla costruzione ed alla creazione, Penso dunque creo, il pensiero modella in forme concrete l’etere cosmico generando materia fisica (lo spirito diventa materia), così come ampliamente dimostrato in innumerevoli esperienze scientifiche dallo scienziato Giapponese Masaru Emoto, studiando l’acqua, l’elemento piú diffuso in natura, e nel corpo umano, veicolo attraverso cui viene trasmessa l’energia della forza vitale ( pensieri, parole, simboli, vibrazione e frequenza) é riuscito a dimostrare come l’acqua puó registrare queste informazioni e comunicarle: ”il nostro intento modifica la materia”.

Allo stesso modo la fisica quantistica che studia la materia a livello subatomico é arrivata a spiegarci come l’osservatore condiziona la realtá e definisce in maniera concreta il rapporto tra coscienza e realtá; il coinvolgimento sensoriale inoltre genera onde emotive, che soprattutto quando condivise da gruppi con intenzioni e scopi comuni diventano straordinario strumento per intervenire nella realtá materiale. Il comportamento modifica l’atteggiamento, un movimento imitativo che si concretizza nel cervello, (grazie ai neuroni specchio).Tale comportamento é determinato dalla memoria e si modella incarnando emozioni, senza emozioni i neuroni si disattivano e muoiono, se non c’é relazione non c’è moto di energia e quindi vita. Ed é proprio attraverso l’arte che si possono toccare le corde piú profonde dell’io, ci si specchia nel dialogo con se stessi, si esplora la mente dividendola, così come si esplora la vita specchiandosi all’interno di una relazione, o vivendo contestualmente da attivo e da osservatore.

Arte ha bisogno della condivisione, della cooperazione e del confronto costruttivo, per generare e sviluppare in sé stessi consapevolezza delle proprie capacitá, sicurezza caratteriale e coraggio di mettersi in gioco.
Maurizio Rosettani
fondatore di ART IN SPACE
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